Lettera ai "Pirati dell' Etere"

Cari Pirati dell'Etere,

Siamo lieti di rispondere alle vostre domande, ed ancor più felici per la nascita di una nuova fanzine punk, considerando che più informazione alternativa c'é in giro e meno si cade nelle trappole dell'informazione di regime. Ricordiamo sempre con piacere il concerto al Forte Prenestino, sia per l'accoglienza che per il fatto di aver "battezzato" i Punkreas, con i quali ci siamo poi trovati in concerto insieme diverse altre volte. Torneremmo volentieri a Roma a suonare, basta che ci invitate......

Passiamo alle risposte alle vostre domande:

Come avete fatto a resistere in tutti questi anni di attivita'?

Tanti anni sulla scena punk non ci hanno cambiato molto, anzi, forse il fatto di suonare una musica senza compromessi, sia nel senso della produzione che della creazione dei pezzi, ci ha aiutato a mantenere vive idee ed incazzature che, forse, con una scelta meno estremista si sarebbero assopite, logorate dalla quotidianità. Scrivere e cantare la musica che facciamo è un modo per ragionare sul mondo assurdo che ci circonda e proporre poi agli altri le nostre conclusioni, naturalmente opinabili quanto si vuole. Non abbiamo verità assolute da proporre, ci sembra però importante continuare a ragionare in un certo modo su temi che, volente o nolente, ci toccano da vicino.

Cambiare e' un passo negativo o positivo per voi?

Il cambiare non è di per sé negativo, le persone crescono, a volte maturano e a volte si perdono, quello che inseguiamo è diverso per ciascuno di noi, esseri umani. Musicalmente parlando, è sicuramente importante avere una propria identità, un proprio suono, ma è anche importante riuscire a farsi sentire in giro, non avere limiti di "audience" e questo con l'hardcore non puoi ottenerlo, per esempio. Gli spazi dove ci è concesso di suonare senza problemi sono i centri sociali, ma al di fuori di questi il genere non è molto apprezzato. Se pensi di avere cose importanti da dire, se pensi di proporre della buona musica, se vuoi diventare famoso o fare qualche lira (per non dire mantenersi suonando), ad un certo punto ti viene il dubbio che l'hardcore non sia la scelta giusta; a parte qualche recensione sulle riviste più o meno specializzate, interviste su fanzine, distribuzione di materiale autoprodotto in negozi specializzati e/o circuiti alternativi, non c'è spazio per questo genere. Quanta musica hardcore si sente alla radio? Magari non condividiamo le scelte di alcuni amici, alcuni gruppi; non possiamo però non capirle.

La Moda e' Punk o il Punk e' una Moda?

Gli anni '80 hanno reso moda qualsiasi cosa, soprattutto la trasgressione. Suonare musica punk è sufficientemente facile per qualsiasi gruppo agli inizi. Tutto quello che è moda viene sfruttato per fare soldi da chi per primo coglie la tendenza. Malcom Mac Laren ha iniziato con i Sex Pistols quando i punx erano già nelle strade, ha solo confezionato un prodotto e l'ha venduto. Segue la moda chi ha poche idee e soldi da spendere. Chi ci crede, chi si sente, chi vive punk ogni tanto ha la sfiga di incrociare la moda, di essere "adeguato" ai tempi. L'importante è non rinnegare mai la propria appartenenza.

Come mai non avete fatto anche una versione su LP di "Domani Rosso Sangue"?

Domani Rosso Sangue è uscito solo su CD perché non avevamo abbastanza soldi per produrlo anche su vinile. Essendo autoprodotto, abbiamo dovuto scegliere ed il CD ci sembrava sufficientemente diffuso oramai per compiere questo passo. E' curioso, quando abbiamo stampato Fiori Neri solo su vinile ci chiedevano spesso perché non producevamo anche un CD. L'idea è di stampare anche delle cassette, con i primi denari che rientrano con la vendita dei CD. Certo che il vinile ha sempre il suo fascino, quelle belle copertine grandi, i testi leggibili anche senza lente di ingrandimento, la polvere sotto la puntina....

Qual'e' il significato del pezzo che da' il titolo al CD?

Nell'ottica del pessimismo costruttivo con cui scriviamo i nostri pezzi, per il domani non possiamo affidarci alla speranza: è ora che ci si dia una mossa. Il futuro lo costruiamo noi, così come il passato l'hanno bruciato i nostri padri e dai loro errori dovremmo imparare che questo pianeta sta andando in malora. Il progresso dovrebbe creare benessere, invece crea inquinamento e povertà, frustrazione, invidia, odio razziale ed estremismo religioso. Possibile che lo "sviluppo" deve essere prima di tutto "economico" per portare benessere? Il progresso dovrebbe portarci tutti a fare a meno del lavoro, dei soldi, non a "creare occupazione", ovvero legarci per tutta la vita ad una catena di montaggio o alla scrivania, col panico di perdere il posto se non si riesce a produrre quanto il mercato impone. Noi siamo il mercato, ci stiamo legando ad un destino che non vogliamo. Dove finirà?

Parlate un po' della vostra etichetta indipendente, che tipo di materiale autoproduce?

La Point Zero ha inaugurato la propria attività con il 7" d'esordio di L.A.Choix "Awake! It's 1989" e continua seppure in modo discontinuo ad operare limitandosi (per ora) a pubblicare materiale di alcune band in cui siamo stati coinvolti. L'attività discografica in realtà non rientrava nei nostri progetti di musicisti; è diventata una necessità quando l'esigenza di pubblicare materiale si è fatta forte. Senza tirare in ballo discorsi retorici e ritriti sull'autoproduzione, l'esperienza è stata complessivamente positiva, anche se non ripaga completamente gli sbattimenti, il tempo e le energie sottratti all'attività musicale in senso stretto.

Come vedete la strumentalizzazione da parte dei partiti della situazione "Centri Sociali"?

Non credo che l'apparato sinistroide abbia montato un caso Leonkavallo, il cosiddetto caso è stata una paranoia di quel politicante di Formentini che, non riuscendo a mantenere nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale, ha pensato di prendersela con il Centro Sociale come rappresentazione del nemico della mediocre tranquillità dell'elettore medio. Non è riuscito nemmeno a fare questo, non credo che si ripresenterà alle prossime elezioni.

In ogni disco eseguite une remake di qualche pezzo storico. Come mai "Fischia il Vento"?

Inizialmente, Fischia il Vento, volevamo ironicamente dedicarlo ai padri fondatori, ai partigiani che hanno combattuto il fascismo per poi ritrovarsi con 50 anni di potere democristatunitense di stampo mafioso. Tangentopoli era al culmine e Berlusconi non aveva ancora annunciato pubblicamente la sua "discesa in campo". Solo dopo la vittoria della Destra alle elezioni del 94 ci siamo resi conto che il pezzo riacquistava la sua valenza ed il suo spirito originale. Fischia il Vento è un canto di rivincita, di incitamento. Pur essendo un po' troppo schierato a sinistra (nelle nostre canzoni cerchiamo di dare un giudizio obbiettivo agli eventi, ognuno di noi quattro ha idee politiche differenti , non cerchiamo di dimostrare che Noi siamo nel giusto e Loro sono il male, vorremmo solo stimolare l'autodeterminazione delle persone, contro qualsiasi tipo di repressione, ideologica, fisica, morale) abbiamo ritenuto fosse nell'aria la voglia di gridare il proprio NO al revisionismo storico in atto da parte della destra italiana. Comunque la si pensi, quello che è successo in Italia dal 1922 alla fine della guerra non può essere riscritto come periodo di benessere sociale in quanto mancava il principio fondamentale del benessere: la libertà. Il fatto che la destra italiana si definisca Polo delle Libertà lo trovo così ridicolo ......

Cosa pensate del mezzo televisivo? Se ne fa un uso scorretto?

L'uso scorretto di qualsiasi cosa è scorretto per definizione. L'uso della televisione come condizionamento delle capacità reattive degli individui è legato al livello culturale degli spettatori. Intendo dire che, ad un utente informato da diverse fonti su un certo argomento, sarà più difficile far bere una notizia manipolata o tendenziosa come assoluta verità. La pluralità dell'informazione stimola il confronto di vedute su uno stesso argomento, se ciascuno ha la possibilità di sentire pareri diversi. Se chi diffonde informazione è sempre lo stesso con nomi diversi (Canale 5, Rete 4; Italia 1, Il Giornale, Panorama, Sorrisi e Canzoni, Chi, Donna Moderna, Tele + 1,2 &3, Antenna 3 e tutta una serie di TV e giornali locali, per esempio), il punto di vista diventa uno solo, mancano il confronto e la critica, diventa facile far credere quello che si vuole. C'è chi crede a qualsiasi cosa, basta che la dicano in TV e diventa verità assoluta, e c'è chi approfitta di questa incapacità di critica. La televisione è un amplificatore per corruttori di gonzi.

Come mai la scelta di fare Hardcore Punk?

Forse che non siamo capaci di suonare nient'altro. Ci sono altre forme di espressione artistica per dire le cose che noi cantiamo, per noi questa è la più immediata. Sono anni che proviamo a fare un pezzo raggae, inevitabilmente però si trasforma in hardcore. Comunque il malessere sociale giovanile che ha generato il punk negli anni '70 esiste ancora, il nichilismo autodistruttivo e degenerativo, no future, la rabbia dell'impotenza, "non so cosa voglio ma lo voglio subito", tutto questo lo esprime bene il punk ma anche il rap, il raggaemuffin'. Noi non ci ricicliamo in nuove forme musicali anche perché non sapremmo farlo.

Un ultimo commento conclusivo?

Viviamo in un mondo strano, le cose cambiano in continuazione e tutto sembra portarci all'autodistruzione: tornano peste e colera, guerra razziale e religiosa, le Madonne piangono sangue e il 2000 si avvicina rapidamente, boa generazionale per un pianeta che ha smesso di crescere. Speriamo che prima della fine del mondo si possa tornare a Roma a suonare e ad abbracciarvi tutti.

Firmato: Paolo, Roberto, Franz e Concobeach

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